sabato 6 gennaio 2024

La benedizione romagnola


La benedizione romagnola

Cut vegna un colp, ci propri te? Cum vala? Ecco, i romagnoli sono gli unici al mondo che per augurarti ogni bene, possono mandarti un accidente, ma lo fanno con il sorriso e intendono il contrario. Dentro a questa strana abitudine ci sono valori sacri e profani: il romagnolo non si prende la licenza di benedirti, perché ritiene che, tale privilegio spetti unicamente al sacerdote, ma non vuole neanche attirare su di te la malasorte, pensando, per superstizione, che augurare il bene, porti sfiga.

I romagnoli non sono bestemmiatori incalliti, quello è un titolo che spetta ai toscani, ma credenti o atei che siano, rispettano il culto, probabilmente perché,” non si sa mai”. Comunque, il nostro gergo è infarcito di parolacce: organi sessuali e vaffa, arricchiscono spesso le nostre frasi, ma, quasi sempre, hanno un valore ironico, più che offensivo; non a caso, il nostro “pataca”, non è un vero insulto, come invece lo sono il milanese pirla, il ligure belin o il veneto mona; così anche il “ut vegna un colp”, è un modo per fare festa a uno che non si incontrava da tempo, una vera benedizione per allungargli la vita. Quelle ufficiali, come detto, il romagnolo le lascia impartire ai preti, anche perché, l’ultima benedizione, quelli la danno alla cassa da morto!

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